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Cos’è e come fare un buon SEO report
Il SEO report è quel documento che ci consente di comunicare i risultati delle attività legate alla search engine optimization che si svolgono per i clienti. Tendenzialmente questa soluzione è prevista già nel contratto di lavoro che il proprietario del sito web firma prima di iniziare analisi e ottimizzazione.
Perché un punto è definito: se investo voglio dei risultati a fine semestre. Nella reportistica devono esserci delle premesse chiare e un bel numero di grafici, tabelle e liste di keyword da osservare.
Però c’è bisogno di confronto e controllo di ciò che è avvenuto e di come si può migliorare. Anche a questo serve un buon documento. Vuoi approfondire l’argomento e scoprire come lavorarci?
Indice dei contenuti
Cos’è un SEO report e a cosa serve
La definizione in senso stretto l’abbiamo data, ora occupiamoci della spiegazione completa: un SEO report è l’insieme di grafici, tabelle, numeri e paragrafi che un esperto di search engine optimization fornisce al cliente per elencare, descrivere e argomentare il lavoro svolto in un tempo.
Attenzione a questi termini: elencare, descrivere e argomentare. Sono fondamentali perché ci danno subito un’idea di ciò che dovrebbe fare un SEO report. Non si tratta solo di scaricare il PDF da Semrush o Seozoom (che sono ben fatti per quello che compete a un SEO tool) e consegnarlo al cliente ma:
- Bisogna arricchirlo e contestualizzarlo.
- Può essere utile spiegare perché sono stati scelti alcuni dati.
- È necessario argomentare i risultati ottenuti.
- Si deve individuare una strada da seguire in base ai numeri registrati.
Non sempre i SEO report presentano tutti questi passaggi. In alcuni casi non è necessario ma in linea di massima l’obiettivo di un documento non è solo la sintesi riassuntiva: si tratta di un valore aggiunto interpretativo che consente al SEO di integrare la sua attività all’interno di una strategia più ampia.
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Quali sono le sezioni di un buon report SEO
Molto dipende dal tipo di attività che si effettua sul sito web. In alcuni casi c’è chi lavora solo sulla struttura del portale, quindi si occupa di SEO tecnica e nella reportistica elenca le attività svolte.
Chi opera con la link building inserisce altri tipi di riflessioni e lo stesso vale per un web performer che opera su Core Web Vitals e struttura dei contenuti. Però è anche vero che ci sono dei pilastri validi più o meno sempre quando si cerca di capire cosa deve includere un report SEO di buona qualità.
Metriche SEO standard
Una prima sezione del SEO report può essere il riassunto dei KPI di base del sito web. Ad esempio i dati presi da Google Analytics rispetto a obiettivi più o meno avanzati, metriche SEO di proprietà (tipo Domain Authority, Zoom Authority), numero di pagine indicizzate con relative variazioni.
Page Performance
Sarà deformazione professionale ma credo che in un SEO report non debbano mancare i riferimenti all’User Experience delle pagine web. Quindi, soprattutto se l’attività dell’esperto SEO si è rivolta all’ottimizzazione dei Core Web Vitals, bisogna tener presente come cambiano i numeri.
Nello specifico è possibile interrogare tool come Pagespeed Insight, Lighthouse e Search Console (i primi per analisi concrete e dettagliate, il secondo per una visione d’insieme del dominio) in modo da verificare come performano i vari elementi che compongono la buona UX su una pagina web.
Perché, come ha più volte suggerito Google, stiamo parlando di fattori che influenzano il risultato. La velocità è un fattore di ranking SEO, ma anche la stabilità del design e la reattività del sito internet.
Link in ingresso
Un lavoro di report SEO può trovare motivo di esistere grazie alla necessità di mostrare al cliente, o ai colleghi, come si muove l’attività di link building. Ovvero quelle azioni volte ad acquisire backlink necessari al posizionamento su Google. Nel rapporto puoi indicare i nuovi collegamenti in entrata, con le relative metriche: autorevolezza del dominio, anchor text, pagina del link, argomenti trattati, etc.
Pulizia dei contenuti
Un altro report specifico in un documento SEO dettagliato, e fatto su misura per il progetto, è quello relativo al lavoro di potatura e fusione dei contenuti. Molti siti web, blog ed e-commerce arrivano nelle mani dell’esperto SEO con un problema: eccesso di contenuti che nel tempo sono stati pubblicati.
L’idea era quella di scrivere il più possibile e creare tag, categorie e sotto-categorie senza pensare al domani. Poi Google ha presentato il conto: cali di traffico, mancata crescita, problemi di indicizzazione.
Quindi è necessario procedere con la potatura dei contenuti con relativa decisione su cosa fare: mantenere in 404, portare sul redirect 301, fondere o lasciare morire vecchie news e comunicati stampa. Tutto questo diventa materiale di sintesi e analisi da inserire nel SEO report che si sta creando.
Variazioni di ranking
Si possono effettuare delle rilevazioni generiche, ovvero legate al posizionamento dell’intero sito web, o specifiche per determinate parole chiave. In questo modo si definiscono dei KPI SEO più precisi e circostanziati. Ma soprattutto utili a capire come si muove il lavoro in termini di risultati ottenuti.
In questi casi l’aiuto delle varie suite e SEO tool è decisivo perché puoi impostare un monitoring specifico per determinati termini e ottenere dei risultati chiari rispetto al posizionamento. Ovviamente in questi casi la Search Console diventa decisiva grazie alla sezione dedicata ai Risultati di Ricerca.
Tempo e costi di un SEO report: sono due parametri che dipendono dall’impegno necessario nel completare il lavoro e dalla grandezza del portale, dalle voci necessarie e dagli accordi presi con il cliente. Di base, nel preventivo dovrebbe essere già compreso il costo del documento.
Come fare un SEO report di qualità
L’idea base è quella di individuare le fonti dati che possono essere utili a definire il lavoro svolto (ad esempio Google Analytics, Search Console e altro ancora) per poi realizzare un documento capace di racchiudere sia l’enumerazione dei dati che l’attività di descrizione e argomentazione.
Esistono dei software che semplificano questo lavoro? Si può iniziare a lavorare con Looker Studio che consente di racchiudere in una presentazione dinamica dati e fonti differenti. Puoi scegliere il template e l’input che ti interessa per poi aggiornare in automatico i risultati.
Molto interessante il modello di Semrush che consente di pianificare e personalizzare il SEO report con testo, immagini e tutto ciò che arriva dalla Search Console, da Google Analytics e altri fonti. Poi ci sono anche dei modelli personalizzati ma in alcuni casi conviene avere una dashboard su misura.
Dashboard per SEO report personalizzati
In molti casi, il problema dei rapporti e degli strumenti per confezionare prospetti illustrativi dell’attività di ottimizzazione on e off-page riguarda la standardizzazione. Devi adeguarti a modelli che, per quanto ben fatti, restano sempre allineati a uno standard. Ecco perché ho pensato alla dashboard SEO personalizzata. Si tratta di uno strumento che si allinea con le esigenze di un progetto per monitorare:
- Conversioni.
- Performance.
- Traffico.
Grazie a questa soluzione, che si basa sull’infrastruttura di Google e consente di mantenere i dati in sicurezza, possiamo modificare il report con tutte le informazioni necessarie per valutare il lavoro.
Ad esempio, chi vuole monitorare i risultati può creare una rappresentazione delle conversioni e degli obiettivi raggiunti. Mentre chi lavora nel reparto dei contenuti può osservare l’andamento delle pagine web con un focus su risorse che non fanno traffico e potrebbero essere eliminate o accorpate.
Mirko Ciesco
Web Performer
Raccolgo dati dai siti per portarli ad un livello superiore! 🚀
Sono esperto in web performance, ottimizzo la SEO tecnica e miglioro l’usabilità dei siti internet attraverso la web analytics. Creo strategie vincenti partendo dai problemi delle Startup e delle aziende. Infine tengo corsi personalizzati online e in tutta Italia con la mission di rendere il web un posto migliore.