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Come fare una buona potatura SEO dei contenuti inutili
C’è sempre bisogno di fare un buon lavoro di potatura SEO, soprattutto per eliminare post e contenuti inutili da portali con tante pagine. Lo stesso vale per i blog che spesso tendono a inseguire notizie e discussioni online. Risultato? Pubblicazioni che non portano traffico, non si posizionano e che non hanno alcun valore in termini SEO. Ma non fanno la differenza neanche per l’utente, il lettore.
Quindi c’è bisogno di un intervento radicale, di potatura sì estrema e senza rimpianti. Ma con un occhio di riguardo alla logica di base – la SEO on-site – che ci consente di alleggerire senza svilire.
Indice dei contenuti
Cosa intendiamo per potatura SEO dei contenuti?
Siamo all’interno di una metafora dedicata al lavoro su alberi e piante, quindi per potatura SEO intendiamo esattamente quel che significa per un giardiniere: tagliare sempre con giudizio. Chi pota una pianta non si limita a una spuntatina, se serve taglia tutto. Anche con il seghetto.
Ma mai più del necessario. Lo stesso fa l’esperto SEO sui siti web: analizza il progetto, riporta tutto su foglio Excel e individua le pagine che hanno poco credito agli occhi di Google e del pubblico. Quindi suggerisce la strada da seguire per eliminare il problema. A proposito, qual è il nodo da risolvere?
Per approfondire: come funziona la ricerca di Google
Perché devi fare una potatura SEO delle pagine?
In realtà la potatura SEO si deve fare se vuoi che il sito web lavori nel miglior modo possibile senza fregarsi con le sue stesse mani. Molti pensano che questo percorso sia legato al bisogno di alleggerire il lavoro a Google e ottimizzare il crawl budget. Vale a dire le risorse che, in base all’autorevolezza del lavoro svolto, il motore di ricerca concede a un sito web per la scansione e l’indicizzazione.
Questo è vero per i grandi progetti, per gli ecommerce mastodontici e i portali istituzionali, ma un sito web di medie e piccole dimensioni o un blog aziendale dovrebbero occuparsi di questo problema soprattutto per un motivo ben più grave: la cannibalizzazione SEO dei contenuti sul sito web.
Vale a dire la pubblicazione di pagine non solo uguali nel contenuto ma anche con lo stesso search intent. Questo porta a remare contro l’obiettivo principale: posizionarsi nella SERP di Google.
Tu pubblichi di più, dai sfogo ai desideri editoriali e inserisci tag pensando di dare al motore di ricerca nuove risorse da posizionare. Nel frattempo crei solo concorrenti ai tuoi stessi contenuti.
Come si creano pagine che poi dovrai cancellare?
Una delle domande più complesse, ci sono mille modi per creare contenuti che sembrano utilissimi nell’immediato ma poi diventano inutili, obsoleti, completamente senza senso. Quindi è giusto fare un po’ di ordine in questa casa nella quale abitano lavori editoriali che fanno poco traffico.
Tassonomie
Sono una fonte di contenuti duplicati che Google tende a ignorare fino a un certo punto. Poi diventano deleteri. Ad esempio, le pagine autore di un blog: a cosa servono se c’è un’unica firma sul blog?
Solo a creare una serie di pagine fotocopia dell’archivio: usa la funzione di Yoast per eliminare queste ripetizioni. Lo stesso vale per gli archivi data e per le categorie o i tag che hanno pochi articoli in lista.
I tag del blog sono una fonte di contenuti duplicati se hai deciso che ogni articolo del blog deve avere minimo 20 etichette sempre diverse. Per approfondire leggi l’articolo dedicato ai tag ottimizzati SEO.
Search intent
Vale a dire l’intento di ricerca, ciò che le persone desiderano quando digitano una query. Un tempo si ragionava diversamente, nello specifico una ricerca corrispondeva ad una pagina. Ad esempio, potevo creare una pubblicazione per hotel a Roma e un’altra per alberghi a Roma e un’altra ancora per hotel e alberghi nella capitale d’Italia. Oggi non è più così: l’evoluzione del motore di ricerca ci porta altrove.
C’è un intento che copre diverse keyword e io mi posso posizionare per tante ricerche se lavoro bene con il web copywriting e la keyword research. In alternativa deve entrare in gioco la potatura SEO dei contenuti inutili che si cannibalizzano, frenando ogni spinta verso il posizionamento su Google.
Obsolescenza
A volte succede, i contenuti invecchiano e non hanno più motivo di esistere. O forse sì ma non in quella forma. Ci sono articoli che semplicemente non possono essere recuperati come avviene per le offerte speciali comunicate sul blog o i comunicati stampa. Perché quelle pubblicazioni sono legate a un determinato momento storico: passato l’interesse del pubblico smettono di fare traffico.
Altri articoli diventano vecchi, anche se il tema è sempre in auge è il contenuto a non essere più valido. In questi casi entra in gioco un lavoro editoriale a doppia lama: da un alto si taglia, dall’altro si aggiorna. Nel frattempo si delinea un calendario con piano editoriale per evitare errori in futuro.
Tutti i contenuti che non fanno traffico si cancellano?
Alt, non è assolutamente così semplice. Ciò che non fa traffico non deve essere per forza eliminato come sottolinea anche Joh Mueller in questo webinar. Perché è importante precisare?
In primo luogo ci possono essere dei post o delle pagine che non ricevono tante visite ma attirano link in ingresso. Quindi sono caratterizzati da backlink di valore e guai a cancellarli. Certo, potresti fare un redirect 301 e varrebbe comunque il passaggio di Pagerank, ma perché farlo?
Meglio aggiornare e mantenere la pagina in vita con informazioni fresche. Lo stesso discorso vale per le pagine che hanno una funzione strutturale come la sezione about me o i contatti.
Ci possono essere pagine che non si posizionano ma che fanno traffico diretto o da referral. Ecco perché prima di fare un lavoro di potatura SEO dei contenuti bisogna valutare con cura alcuni aspetti.
Come procedere con la potatura SEO del sito web
Partiamo da un presupposto: la potatura dei post e delle pagine è un lavoro SEO che, in un modo o in un altro, diventa indispensabile per tutti i siti web che tendono a crescere e a strutturarsi. Solo i siti monopagina e quelli composti da due o tre risorse istituzionali possono esimersi da questo tagliando.
Già, il lavoro di potatura SEO ha la stessa base base evolutiva delle attività svolte con il ciclo di Deming. Quindi è un po’ come quello rivolto alle web performance: c’è bisogno di costanza.
Analisi del sito web
In primo luogo si lavora sulle metriche e l’osservazione empirica. Quindi si devono individuare le pagine che hanno poche visite (solitamente meno di 10 all’anno) in relazione alle impressions e scarsi posizionamenti valutando anche le prospettive di crescita. In sintesi, qual è il lavoro da svolgere?
Si cercano le pagine che fruttano poco escludendo quelle che devono rimanere in ogni caso. Come, ad esempio, quelle strutturali o che hanno link in ingresso. O ancora che sono fondamentali per l’utente.
Potatura dei contenuti
Fase centrale del lavoro. Ciò che non serve deve essere eliminato in modo da non creare frizioni con i contenuti che vuoi far emergere. La regola di partenza è chiara: se una pagina non è utile all’utente, non riceve visite, non ha potenziali posizionamenti e neanche link in ingresso può essere eliminata.
Magari la puoi lasciare in 404 come avviene per i casi estremi. Ad esempio con siti web editoriali che pubblicano centinaia di comunicati stampa inutili. Ovviamente devi ricordarti di individuare i link interni rotti con Screaming Frog per poi correggerli.
Poi, in alcuni casi, può essere utile fondere due o più contenuti e creare dei redirect 301. Oppure si lasciano le pagine ma deindicizzando con un meta tag noindex oppure indicando un canonical verso la pagina che Google deve prendere come riferimento.
Definizione editoriale
Ci sono pagine che devono semplicemente essere cancellate, eliminate. Come ad esempio un tag con lo stesso search intent di un articolo con zero traffico e backlink. In altri casi, invece, le pagine si devono riscrivere e aggiornare magari con cambio della data. Lo stesso Google considera importante il concetto di freshness SEO e suggerisce, in alcuni casi, di aggiornare costantemente il testo.
There are also searches for information that changes often, but isn’t really a hot topic or a recurring event. For example, if you’re researching the [best slr cameras], or you’re in the market for a new car and want [subaru impreza reviews], you probably want the most up to date information.
Questo è ciò che suggeriva il blog di Google già nel 2011. Chiaramente questo update non deve avvenire a caso ma valutando con attenzione cosa aggiungere realmente e cosa togliere.
Da leggere: analisi e monitoraggio KPI, i tool utili
Vuoi fare un lavoro di potatura SEO per il tuo sito?
Devi lavorare con un esperto SEO, con una persona in grado di guidare la mano della potatura. Il rischio di danneggiare il posizionamento è evidente: recidere rami non secchi – e che solo all’apparenza appaiono inutili – può provocare danni importanti. Ciò non avviene con una consulenza specifica e una dashboard come quella che creo per i miei clienti in cui vengono riportate tutte le attività da svolgere, passo dopo passo. In modo da monitorare le azioni e i risultati.
Mirko Ciesco
Web Performer
Raccolgo dati dai siti per portarli ad un livello superiore! 🚀
Sono esperto in web performance, ottimizzo la SEO tecnica e miglioro l’usabilità dei siti internet attraverso la web analytics. Creo strategie vincenti partendo dai problemi delle Startup e delle aziende. Infine tengo corsi personalizzati online e in tutta Italia con la mission di rendere il web un posto migliore.