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Cannibalizzazione SEO delle pagine web, cos’è e come evitarla
La cannibalizzazione SEO miete ogni giorno diverse vittime tra ecommerce, siti web, portali, blog aziendali e personali. Nel mondo dell’ottimizzazione dei motori di ricerca questo è uno dei problemi più difficili da snidare perché si basa su un fraintendimento: la pubblicazione senza freni dei contenuti.
Sappiamo che il posizionamento sui motori di ricerca, tipo Google, si basa sulla possibilità di proporre pagine web per rispondere alle domande degli utenti. Fin qui nulla da dire, è questo l’obiettivo dell’attività di blogging e content marketing. Ma se si procede alla cieca sorgono dei problemi.
Perché si sovrappongono pubblicazioni che dovrebbero rispondere allo stesso search intent. Quali sono i più comuni? Di solito si tende a riassumere il tutto in 4 settori idealtipici:
- Transazionali: ricerche di persone che vogliono effettuare un’operazione.
- Commerciale: gli individui cercano informazioni prima di acquistare.
- Navigazionale: si vuole raggiungere una pagina di un dominio.
- Informativo: si raccolgono informazioni per risolvere dubbi o problemi.
Se si pubblicano post, pagine web, categorie e altre risorse di archivio con lo stesso intento di ricerca si rischia di cadere nella trappola dei contenuti duplicati. Con relativa cannibalizzazione SEO. Vuoi approfondire? Ecco cosa devi sapere per conoscere ed evitare questo problema editoriale.
Indice dei contenuti
Cos’è la cannibalizzazione SEO, definizione
Questo concetto riguarda la presenza di due o più pagine web che condividono il search intent. Vale a dire l’intento di ricerca che spinge l’utente a lanciare una query su Google, Bing o Yahoo! (o qualsiasi altro motore di ricerca). La condizione problematica della cannibalizzazione SEO?
Semplice, ci saranno diverse risorse all’interno di un dominio che si faranno concorrenza per raggiungere lo stesso scopo. Il risultato: rischi di frenare con le tue stesse risorse il buon posizionamento del sito web. Oltre al danno la beffa, non solo investi tempo e soldi per scrivere buoni contenuti ma rischiano anche di frenare il posizionamento di ciò che hai già pubblicato.
Ci può essere un fraintendimento. Spesso si tende a identificare la cannibalizzazione SEO come una sovrapposizione di keyword, di URL o tag title. In realtà non è così: l’evento si manifesta quando due o più pagine cercano di rispondere allo stesso intento di ricerca.
Da dove nasce questo problema SEO?
C’è un momento preciso che vede la nascita del dramma legato alla sovrapposizione dei contenuti? In realtà è una dinamica che si sviluppa nel tempo e va di pari passo con la capacità di Google di decifrare, comprendere e analizzare il linguaggio umano. Un tempo la SEO procedeva in modo diverso.
Nello specifico, ogni query veniva servita da una pagina. Quindi, ad esempio, creavi due risorse per posizionarsi con le ricerche alberghi a Roma e hotel a Roma. Oggi non è più così, per fortuna. Ogni pagina web può conquistare decine (a volte centinaia) di keyword differenti.
Ed è compito dell’esperto SEO fare una buona keyword research per capire quali sono i topic principali, le richieste correlate che possono essere affrontate per conquistare posizionamenti per altre ricerche e il tipo di contenuto necessario per rispettare il search intent dell’utente che effettua la query.
Per approfondire: come funziona la ricerca di Google
Tipologie di cannibalizzazione SEO?
Partiamo da questo punto: sono i siti web di grandi dimensioni – portali, ecommerce e progetti istituzionali – a soffrire di questo problema. Ma anche i blog possono subire le dinamiche della cannibalizzazione SEO. Perché questo scoglio può presentarsi in forme differenti. Qualche esempio?
Articoli del blog
Uno dei casi più comuni, soprattutto tra blog personali e aziendali: si pubblicano articoli con lo stesso search intent che potrebbero essere racchiusi in un unico pillar article. Questa è la classica condizione di chi non integra solide competenze SEO all’interno del calendario editoriale.
Una delle cannibalizzazioni tipiche è quella che riguarda gli articoli del blog rispetto a categorie dell’ecommerce o a schede prodotto. Il motivo è semplice: spesso si cerca di scalare una serp transazionale, quindi con un search intent legato all’acquisto o alla prenotazione (al fare qualcosa) con un contenuto che dovrebbe essere – invece – strutturato per rispondere a ricerche informative.
Risultato? La scheda approfondisce il prodotto, la categoria presenta una serie di oggetti con determinate caratteristiche e il post del blog anche. L’effetto è la cannibalizzazione SEO.
Qualcosa di simile avviene nei portali di pubbliche istituzioni con un problema storico: quello dei contenuti stagionali. Facciamo un esempio concreto con un topic turistico: settimana bianca.
Ogni anno le persone cercano questa keyword in un momento preciso. Se non ho la consapevolezza di questo, grazie a un sapiente uso di Google Trends, rischio di pubblicare ogni anno un articolo dedicato a come organizzare una settimana bianca. Quando invece sarebbe più utile aggiornare un unico contenuto o trovare search intent differenti, nuovi o che non contrastino con quello già individuato.
Pagine e cannibalizzazione SEO
Questo processo riguarda anche le pagine fisse. Ad esempio le schede prodotto, le landing page e le risorse di servizio. Senza dimenticare che in alcuni casi si possono creare frizioni con la home page.
Se la pagina principale del blog è una sequenza di articoli, la sezione autore sarà una semplice duplicazione della home e della relativa paginazione. Quindi se si tratta di un blog mono-firma conviene deindicizzare o addirittura cancellare la tassonomia autore per non entrare in contrasto con la home.
Tassonomie dei contenuti
Grandi portali istituzionali, blog ed ecommerce possono subire il peso di una cannibalizzazione tra vari contenitori necessari per organizzare logicamente i contenuti. Il punto principale è la sovrapposizione tra categorie e tag, che possono contrastare in modo differente e con diverse combinazioni.
- https://www.esempio.it/category/seo/
- https://www.esempio.it/tag/seo/
- https://www.esempio.it/tag/ottimizzazione-seo/
- https://www.esempio.it/tag/fare-seo/
Tag e categorie possono fagocitarsi o creare contenuti duplicati con gli articoli. Qui il problema non riguarda tanto la pianificazione editoriale ma il lavoro di struttura: prima di creare una nuova tassonomia devo avere ben chiaro il suo ruolo all’interno della struttura. E rispettare alcune regole:
- Non creare categorie o tag senza articoli.
- Evita tassonomie con un significato sovrapposto.
- Non creare tag nuovi per ogni articolo.
Il problema, in ogni caso, riguarda i tag degli articoli del blog che spesso vengono confusi con gli hashtag e inseriti a profusione, senza una logica. Questo può portare alla creazione di migliaia di pagine completamente inutili. Appesantendo all’infinito e inutilmente il crawl budget.
Come risolvere questa sovrapposizione?
La strada più semplice è quella della prevenzione: pubblicare con i piedi di piombo, solo dopo un’analisi attenta, è la via maestra per evitare la cannibalizzazione SEO. Se però si procede per anni senza un freno si deve analizzare il sito web e seguire, a grandi linee, un processo di base:
- Accorpare due o più articoli se hanno lo stesso search intent.
- Eliminare le tassonomie inutili e che creano ridondanze.
- Mettere in noindex o definire il rel canonical per le risorse necessarie.
- Cancellare pagine che non fanno traffico, non si posizionano.
Tutto questo deve essere fatto preservando risorse di servizio, pagine funzionali al processo del singolo progetto o con link in ingresso. Ecco qualche dettaglio in più indicato anche da Google:
Riduci al minimo i contenuti simili: se disponi di molte pagine simili, prova a espandere ciascuna di esse o a consolidarle tutte in una sola pagina. Ad esempio, se il tuo sito di viaggi contiene pagine distinte per due città ma le informazioni sono le stesse su entrambe le pagine, potresti unire le due pagine in una sola pagina riguardante entrambe le città o espandere ciascuna di esse in modo che presenti contenuti unici su ciascuna città.
Fusione con redirect 301
Accorpare due contenuti ed effettuare il reindirizzamento è utile, bisogna valutare però qual è la fonte principale tra due o più contenuti in modo da far confluire verso una pubblicazione già favorita da un posizionamento e da un traffico virtuoso.
Elimina contenuti inutili
Cancellare senza redirect 301 ma bisogna sempre capire se ci sono backlink che portano verso la pagina che stai per eliminare: senza reindirizzamento rischi di perdere i benefici della SEO off-page.
Canonical e noindex
Sono condizioni perfette, da valutare in base al caso, per gestire pagine che possono creare casi di cannibalizzazione SEO ma devono essere presenti per motivi tecnici e funzionali, come accade con filtri colore di un ecommerce o le pagine archivio del blog.
Elaborazione editoriale
Altra soluzione utile: riscrivere il contenuto e indirizzare l’ottimizzazione verso lidi differenti in modo da evitare bisticci con altre pubblicazioni. In alcuni casi può andar bene per glissare la soluzione estrema.
Da leggere: usare Seozoom per la keyword research
Strumenti utili per individuare le cannibalizzazione organiche
Esistono diversi strumenti che possono aiutarci a ridurre o risolvere questo problema SEO. Ecco una lista di strumenti consigliati:
Search Console
Search Console è uno strumento gratuito fornito da Google che raccoglie i dati di click e impression delle SERP. Attraverso questa piattaforma è possibile scoprire più pagine che generano impression elevate ma clic più bassi per la stessa keyword.
Tool di SEO
Piattaforme SEO a pagamento come SEMrush e SeoZoom offrono funzionalità avanzate per l’analisi delle parole chiave. Permettono infatti di individuare il search intent e raccogliere tutte le keyword correlate, in questo modo è possibile prevenire la cannibalizzazione.
Looker Studio
Looker Studio è uno strumento di visualizzazione dati di Google che facilita la creazione di report personalizzati e dashboard. Può aggregare dati di altri tool, come Google Analytics e Search Console, e se impostato in maniera avanzata consente di visualizzare più velocemente le parole chiave e identificare i problemi di cannibalizzazione di un sito web.
Come evitare la cannibalizzazione SEO?
Lo strumento principale per affrontare il problema della sovrapposizione rimane il piano editoriale. Se hai fatto un lavoro di strategia dei contenuti puoi attenuare i rischi di una cannibalizzazione delle keyword.
D’altro canto, prima di pubblicare un nuovo contenuto bisogna sempre analizzare il suo search intent e scoprire se c’è qualche possibilità di invasione di campo rispetto a ciò che hai già pubblicato.
Altra soluzione decisiva per dribblare sul nascere questo problema che affligge soprattutto siti di grandi dimensioni: una pianificazione della struttura. Se definisci a monte lo scheletro del prodotto web, con studio approfondito di tag e categorie, eviti lo sviluppo di pagine che andranno in contrasto.
Vuoi un contributo chiaro ed efficace per evitare la cannibalizzazione SEO sul tuo portale, sul sito web o sull’ecommerce? Pensi di avere il freno a mano tirato a causa di contenuti duplicati?
Mirko Ciesco
Web Performer
Raccolgo dati dai siti per portarli ad un livello superiore! 🚀
Sono esperto in web performance, ottimizzo la SEO tecnica e miglioro l’usabilità dei siti internet attraverso la web analytics. Creo strategie vincenti partendo dai problemi delle Startup e delle aziende. Infine tengo corsi personalizzati online e in tutta Italia con la mission di rendere il web un posto migliore.