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Analisi e monitoraggio KPI: 7 tool indispensabili per un progetto web
Il lavoro di analisi e monitoraggio KPI (key performance indicator) è fondamentale per portare un progetto web verso i risultati sperati. Perché questi parametri ti permettono di mettere in pratica quel ciclo di Deming così importante per raggiungere un miglioramento sensibile, matematico, misurabile.
Ogni progetto – che sia un sito web per raccogliere lead, un ecommerce, un grande portale di prenotazione – ha degli obiettivi di marketing che possono essere raggiunti solo con uno strumento fondamentale: parlo dei test. Bisogna analizzare i dati e modificare in base a osservazioni certe.
Questa strategia funziona? Sono i numeri a dare risposte, ecco perché l’analisi e il monitoraggio dei KPI sono fondamentali. Come osservare? Ecco una serie di strumenti imprescindibili che tutti i professionisti di web performance dovrebbero usare. Ovviamente per ottimizzare un sito internet.
Indice dei contenuti
Google Analytics
Di sicuro uno dei primi tool per analizzare e misurare i KPI di un sito web è Google Analytics. Vale a dire uno strumento caro (e ben noto) a chi si occupa della salute e delle performance di un portale. Google Analytics consente di scoprire i numeri base di un progetto. Come, ad esempio:
- Sessioni e visite uniche.
- Tempo di permanenza sul sito.
- Numero di pagine visitate.
- Bounce rate.
Questo, ovviamente, solo per dare un assaggio di come si può far fruttare Google Analytics. In realtà l’uso di questo strumento può consentire grandi evoluzioni in termini di monitoraggio su internet.
Ad esempio puoi impostare degli obiettivi per valutare una serie di KPI di base che permettono di valutare l’usabilità e il comportamento degli utenti sul sito web. Ma anche la qualità dei contenuti pubblicati e il relativo posizionamento nella serp. Un esempio comune di obiettivo da impostare è quello del tempo di permanenza o del bounce rate, la frequenza di rimbalzo.
Se i dati sono troppo inclini verso termini negativi (ad esempio con tempo di permanenza sulla pagina basso, una frequenza di rimbalzo alta) si può indagare sulla struttura di determinate risorse. Così da scoprire se ci sono elementi problematici che impediscono all’utente di godere della pubblicazione. Come ad esempio un errore di user experience o di posizionamento SEO.
Analisi e monitoraggio KPI con Google Analytics
La vera risorsa di Google Analytics per analizzare e monitorare KPI decisi a monte sono gli obiettivi che puoi creare dal panello principale. Questa soluzione consente di impostare diverse alternative:
- Destinazione: il target raggiunge una risorsa.
- Durata: durata delle sessioni eseguite dall’utente.
- Evento: c’è un’attività designata come evento da tracciare.
- Pagine/schermate: numero di elementi per sessione.
In questa circostanza puoi scegliere gli elementi che fanno comodo al tuo monitoraggio base o avanzato per riassumere in Google Analytics i numeri utili. Ti faccio un esempio?
Con l’obiettivo destinazione puoi tracciare il numero di volte che da una landing page appare la pagina di ringraziamento. Raccogli i dati per tre mesi sponsorizzando la risorsa, poi cambi colore del bottone mantenendo tutti gli altri elementi invariati. Così puoi avere un parametro chiaro, matematico.
Da leggere: cos’è e a cosa serve il Google DevTools
Looker Studio
Come puoi ben immaginare non è facile riunire questi numeri in un unico luogo e renderli facili da consultare. In molti casi gli esperti SEO e di web performance usano uno strumento che può fare miracoli per l’analisi e il monitoraggio KPI avanzato: sto parlando di Looker Studio di Google.
Vale a dire una piattaforma che puoi utilizzare per creare dei report personalizzati portando direttamente i dati delle tue piattaforme in un unico documento. Rende più semplice la condivisione delle informazioni con l’utente finale ma con questo sistema è anche facile prendere decisioni.
Non a caso è uno dei tool più utilizzati e basta dare uno sguardo ai modelli già pronti per capire che qui gli amanti di numeri e metriche trovano tutto ciò che serve per gestire grandi quantità di informazioni.
Search Console
Ecco uno strumento per analizzare e monitorare i KPI di un progetto web, dal semplice blog all’ecommerce. La sezione più importante, in questi casi, è quella dedicata alle prestazioni SEO.
Infatti l’area in questione consente di ottenere informazioni – anche in tempi differenti – rispetto a come si posizionano tutte le pagine del sito web. Questo sia nella serp principale della ricerca mobile e desktop che in quella video e immagini. Ma anche nei settori specifici come Google News e Discover.
Ecco perché la Search Console è perfetta per tracciare tutti i key performance indicator che hanno come punto di snodo il posizionamento SEO. Ad esempio? Cosa possiamo misurare?
Analisi e monitoraggio KPI con la Search Console
Puoi avere un’idea delle ricerche effettuate dal target di riferimento con il tuo nome aziendale o personale. E capire come procede il tuo lavoro di brand awareness, di consapevolezza del nome.
Oppure puoi seguire l’andamento delle keyword transazionali. Vale a dire quelle che ti permettono di monetizzare il progetto web e mettendo a confronto ranking con obiettivi di destinazione di Google Analytics hai esattamente ciò che ti serve: causa ed effetto, correlazione tra strumenti e risultati.
Con la Search Console puoi anche fare test in chiave SEO copywriting, ad esempio cambiando meta description e osservando come cambia il click through rate (CTR). Ovvero la relazione tra impressioni avvenute nella serp di un determinato risultato e click allo snippet di Google.
Tutto questo senza dimenticare che la Search Console è uno strumento, insieme a Google Analytics, che consente di lavorare al meglio anche su un altro KPI non tanto legato all’aspetto economico come quello delle landing page o delle vendite per un ecommerce, ma altrettanto significativo per il successo di un progetto online: il punteggio legato ai Core Web Vitals.
Tag Manager
Il nome Google Tag Manager dovrebbe essere in prima linea tra chi si occupa di modifiche e ottimizzazioni di un sito internet di qualsiasi tipo. Con questa piattaforma, pensata per inserire nelle pagine web dei tag da gestire in modo più o meno avanzato, puoi amplificare l’analisi dei dati e scoprire aspetti molto particolari del comportamento di un utente all’interno del portale di riferimento.
Un passaggio che, ben inteso, nella classificazione tipica di KPI in ambito aziendale non viene considerato puro. Infatti un key performance indicator dovrebbe definire come sta procedendo un sito web in termini di raggiungimento degli obiettivi di business. E quindi di conversione.
Ma chi si occupa di web marketing sa che esistono molti KPI intermedi nella customer journey all’interno di un sito web. Ed ecco che con Google Tag Manager puoi ottenere grandi risultati.
Analisi e monitoraggio KPI con Google Tag Manager
Con il Google Tag Manager puoi semplificare le operazioni che ti portano a monitorare i KPI utili al raggiungimento dei obiettivi di marketing. Ad esempio? Puoi tracciare tutti i comportamenti degli utenti.
Questo, per un esperto attento all’user experience e alle performance, vuol dire tanto. Perché, ad esempio, scoprire la percentuale di scrolling (scorrere della pagina web) è decisivo in termini di ottimizzazione della lunghezza o della formattazione. O magari dell’equilibrio tra design e copy.
Magari diventa pesante per l’utente arrivare fino in fondo e c’è bisogno di una CTA che aggiunga la possibilità di effettuare un salto di pagina. Lo stesso discorso vale per i rage click: gli internauti provano insofferenza verso determinati elementi? Quali? Monitorare e analizzare i KPI diventa un lavoro decisivo.
Qui entra in gioco il Google Tag Manager che consente di semplificare le soluzioni per eliminare passaggi di sofferenza vissuti dagli utenti. Puoi snellire molto le operazioni, non a caso hai la possibilità anche di impostare il monitoraggio dei clic sulle CTA più importanti per il tuo progetto.
SEMrush
Di sicuro la Search Console è fondamentale per avere un parametro chiaro in termini di osservazione dei KPI. Ma esistono anche tanti SEO tool avanzati che ti consentono di mantenere sotto controllo delle metriche più specifiche, come la già citata attività di branded keyword tracking in cui tieni presente l’evoluzione della ricerca del tuo nome.
Senza dimenticare che potresti aver bisogno di un confronto chiaro tra la tua attività e quella dei competitor per capire come cambia il tuo lavoro di posizionamento SEO per le parole chiave più competitive per il tuo business. In questo caso non ci sono alternative: devi puntare su una SEO suite.
Uno dei nomi più conosciuti è quello di SEMrush che consente di creare veri progetti SEO dedicati a singoli siti web dove puoi monitorare tutte le metriche, i posizionamenti e le oscillazioni nella SERP.
In realtà per questo lavoro puoi usare anche Seozoom ma non è la soluzione migliore. Soprattutto se hai bisogno di un confronto chiaro anche per altre lingue. Se invece lavori solo sull’italiano puoi usare quest’ultima suite per monitorare i tuoi KPI SEO.
Pagespeed Insights
Uno dei migliori strumenti per valutare KPI di un sito web: PageSpeed Insights. Vale a dire un tool che ormai è diventato fondamentale non solo per valutare la velocità nella sua scala da 0 a 100, ma anche per osservare come si muove il tuo progetto in quel percorso di ottimizzazione dei Core Web Vitals.
Questi sono aspetti che rientrano anche nell’usabilità, proprio come avviene per come il cumulative layout shift che permette di valutare la stabilità di una pagina web nel momento in cui si carica.
Mentre la Search Console di Google dà una visione d’insieme del dominio anche per quanto concerne queste metriche, il PageSpeed Insights si presenta come uno strumento chirurgico per analizzare e monitorare dei KPI strettamente legati alla monetizzazione.
Lo sai che ogni secondo di ritardo nel caricamento della pagina web ci sono utenti che vanno altrove? Questo per un ecommerce (ma non solo) vuol dire perdita economica.
Survey Monkey
Analizzare e monitorare i KPI di un sito web vuol dire anche puntare verso un obiettivo più ampio, non legato alla misurazione del comportamento registrato sulla pagina web ma all’opinione individuale.
L’opinione di una persona che entra in contatto con il brand. Per integrare tutto ciò è possibile registrare dei KPI attraverso delle raccolte dati con questionari, poll, survey, ricerche di tipologia differente.
Quale tool utilizzare in questi casi? Ci sono diverse soluzioni ma una delle più interessanti e complete porta il nome di SuveyMonkey: si tratta di una realtà a pagamento ma che permette di raccogliere feedback in modi differenti.
Oltre a quiz, poll e questionari da condividere su landing page dedicate hai la possibilità di organizzare ricerche specifiche per raccogliere il feedback dei clienti. Ma anche dei collaboratori e dei dipendenti.
La tua analisi
Esistono tante soluzioni per monitorare i KPI ma c’è una realtà da sottolineare: non sempre usare tante piattaforme aiuta a lavorare meglio. Di sicuro Hotjar e CrazyEgg possono dare qualche informazione in più, ma il lavoro si ottimizza anche così: scegliendo ciò che è meglio per il singolo progetto.
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Mirko Ciesco
Web Performer
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Sono esperto in web performance, ottimizzo la SEO tecnica e miglioro l’usabilità dei siti internet attraverso la web analytics. Creo strategie vincenti partendo dai problemi delle Startup e delle aziende. Infine tengo corsi personalizzati online e in tutta Italia con la mission di rendere il web un posto migliore.