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Come fare una Keyword Research fatta bene?
Nel mondo della SEO la paura più grande, che attanaglia sia i professionisti che chi è alle prime armi, è la penalizzazione di Google che di colpo farà crollare le visite del sito e rimpiangere le ore spese su quel progetto.
In realtà credo che se il Sig. Google dovesse davvero spingermi in fondo alle classifiche è perché avrò utilizzato qualche pratica scorretta oppure perché i miei contenuti non sono poi così interessanti per gli utenti come credevo.
Per fare le cose fatte bene e ottenere risultati concreti senza temere nessun update vi consiglio di partire da due aspetti che ritengo essere la base per ogni progetto SEO: la parte tecnica e la parte di analisi strategica. Per questo secondo aspetto ho voluto intervistare oggi sul mio blog Alvise Canal, che ha di recente pubblicato il suo libro “Keyword Research Avanzata”, per fargli alcune domande specifiche sull’argomento.
Indice dei contenuti
Perché è necessario partire dall’analisi del mercato?
Nel 90% dei progetti online ci si trova davanti a situazioni in cui il sito è stato pubblicato online senza alcuna attività di keyword research e analisi delle query pregressa, il che porta a dolori più o meno grandi.
La ricerca e lo studio delle parole chiave sono uno strumento che permette di fare davvero la differenza su Google ma che, proprio in virtù della sua complessità e importanza dovrebbe essere fatto correttamente e con le giuste tempistiche.
Un’analisi delle query e delle parole chiave effettuata durante l’analisi del mercato permette di ottenere tante informazioni che saranno poi utili per sviluppare il business plan e tutta la strategia SEO. Dalla keyword research, infatti, un consulente può estrarre diversi dati interessanti riguardo al mercato.
Il primo, più logico, è ovviamente quello di tipo quantitativo. Durante la fase di keyword researching veniamo ad ottenere i volumi di ricerca medi delle parole, quindi sappiamo quanto spesso gli utenti cercano determinati servizi, prodotti o informazioni. Questo ci permette di capire se c’è una richiesta sufficientemente alta da permetterci un numero di vendite bastanti per raggiungere i nostri obiettivi di business.
Questo dato è molto utile anche per chi fa affiliate marketing. Attraverso il volume di ricerca medio mensile è possibile andare ad effettuare alcune proiezioni per capire quanto si potrebbe guadagnare attraverso la sponsorizzazione di determinati prodotti.
Fra i dati più interessanti vi sono sicuramente quelli qualitativi, ovvero quelli che ci permettono di capire determinate specifiche del mercato rispetto al prodotto/servizio che noi o il nostro cliente vogliamo andare a vendere/offrire.
La più importante è la competitività del settore.
Tralasciando i parametri che utilizzano i vari tool per indicare la difficoltà di posizionamento per una specifica parola chiave, studiando la SERP possiamo capire chi sono i nostri competitor, guardare la qualità dei loro siti e trarre le nostre valutazioni in merito alla reale difficoltà che dobbiamo affrontare per competere su quelle query.
Se gestiamo una piccola azienda con un budget molto ridotto, magari senza la possibilità di avviare campagne di link building, ecco che risulta insensato competere per query dominate dai leader del settore. Come ho scritto nel mio libro possiamo però sfruttare sempre la keyword research per individuare nicchie di mercato più scoperte o specifiche micro-categorie merceologiche che possono permetterci di ottenere dei buoni risultati in termini di vendita.
Insomma, durante l’analisi di mercato siamo in grado di capire se il nostro progetto è fattibile o meno e, in caso lo sia, abbiamo già a disposizione i primi dati per capire come realizzarlo.
Come si può integrare la ricerca delle parole chiave in un piano di marketing?
Questa domanda è strettamente correlata a quella precedente.
Attraverso tutti i dati ricavati dall’analisi di mercato, di settore e dei competitor possiamo andare a sviluppare un piano di marketing davvero efficace.
Per prima cosa sappiamo quali strumenti utilizzare per promuovere il nostro servizio/prodotto. Se la keyword research ha messo in luce una categoria merceologica dal volume di ricerca alto sappiamo che le ricerche rientrano in quella che viene generalmente considerata domanda consapevole, ergo i nostri canali di acquisizione principali dovrebbero essere la SEO e Google ADS.
Se, invece, abbiamo intenzione di promuovere una nicchia ancora sconosciuta, ecco che dobbiamo cambiare strategia, optando per lo più per canali che puntino a stimolare la domanda latente, come possono essere Facebook, Instagram e tutti gli altri social network.
Quanto è importante conoscere il motore di ricerca di Google?
La risposta a questa domanda è abbastanza ovvia.
In realtà, però, non è che sia così semplice conoscere in modo approfondito il motore di ricerca che, anzi, rimane sempre sul vago quando deve raccontare qualcosa su sé stesso. Per un consulente SEO è fondamentale conoscere, del motore di ricerca, tre elementi:
- Tutti gli strumenti che mette a disposizione e la loro interconnessione.
- Le linee guida dei quality rater.
- Gli algoritmi sui quali si poggia e la loro evoluzione.
L’aspetto più importante che dobbiamo conoscere è come il motore di ricerca si rapporta all’utente finale, ovvero i diversi modi che ha di presentare all’utente i migliori risultati rispetto alla ricerca effettuata.
Questo dev’essere il fulcro dello studio di un SEO e deve rappresentare la chiave di volta attorno alla quale si sviluppano strategie e risorse.
Per approfondire: come funziona la ricerca di Google
Come definire gli obiettivi in un progetto SEO?
Per alcuni progetti, la definizione degli obiettivi è piuttosto semplice.
Per un blog o un editoriale online, grossomodo possiamo ipotizzare che l’obiettivo sia quello del traffico, ergo di aumentare visite e utenti unici. Certo non può essere il solo perché anche le metriche qualitative di una visita possono influenzare il rendimento di un blog. Se, ad esempio, lo si usa come canale di affiliate, ecco che la qualità del traffico, il tempo di permanenza e il numero di pagine viste a sessione diventano metriche altrettanto importanti, poiché maggiore è la qualità del traffico, maggior è la possibilità che questo converta.
Per gli e-commerce, per quanto la parte di branding e visibilità possa essere importante, è ovvio che l’obiettivo finale debba essere quello della vendita. Grazie a Google Analytics per fortuna abbiamo modo di tracciare in modo molto specifico le conversioni effettuate dal sito, così da studiare il buyer journey del cliente e vedere se la ricerca organica sta performando nel modo corretto.
In egual modo possiamo analizzare e tenere sotto controllo il tracciamento dei lead generati, oppure delle chiamate partite dal sito.
In pratica gli obiettivi SEO devono essere gli stessi che ci siamo posti nel business plan.
Certo è che l’acquisizione di traffico non può essere considerata un obiettivo, quanto più una vanity metrics. L’obiettivo deve essere quello di riuscire ad ottenere una conversione attraverso l’acquisizione di traffico in target.
Quali strumenti di Keyword Reserch utilizzi?
Quando si parla di ricerca di parole chiave, questa è la domanda che viene posta più frequentemente.
Ed è giusto così, mica si può stare sempre e solo sul teorico.
Il problema è che oggi esistono un numero indefinito di strumenti che si possono utilizzare. Alcuni magari sono più adatti alla keyword research in ambito informativo, altri all’analisi delle SERP, altri ancora ad effettuare ricerche sui motori di ricerca di e-commerce o piattaforme diverse da Google.
Personalmente li ho provati più o meno tutti ma, alla fin fine, quelli che uso più spesso sono:
- SEOzoom, mio immancabile alleato soprattutto da quando hanno integrato l’utilissimo tool che permette di studiare il search intent in modo efficace e rapido, permettendomi di risparmiare davvero molto tempo.
- Google ADS, strumento imprescindibile sia per l’espansione delle parole chiave che per l’analisi dei “reali” volumi di ricerca.
- Keywordtool.io, che uso, molto utile per le keyword research su Bing, Amazon, eBay, YouTube e PlayStore.
- Google Trends, altro strumento gratuito messo a disposizione di Google con il quale possiamo indagare la stagionalità di un mercato/argomento e scoprire nuove nicchie e nuovi interessi da intercettare.
Se ne dovessi consigliare altri, questi sarebbero sicuramente:
- Ubersuggest
- SEMrush
- AnswerThePublic
Insomma, il mio consiglio è quello di provarli un po’ tutti e di capire con quali vi troviate meglio.
Conclusioni
Spero che dopo aver letto queste domande e risposte possiate comprendere meglio che non è importante posizionarsi in prima pagina su Google con un contenuto generico che porterà l’utente ad uscire dal sito ed aumentare il tuo bounce rate.
Piuttosto è importante studiare approfonditamente le SERP per creare il miglior contenuto per l’utente e aumentare il tasso di conversione, che poi non dovrebbe essere l’obiettivo principale di chi ha un sito web?
Tag: Interviste ad esperti del web
Alvise Canal
Consulente SEO
Appassionato di Digital Marketing, sviluppo strategie SEO per migliorare la visibilità organica dei miei clienti e aumentare i profitti delle loro aziende. Il posizionamento sui motori di ricerca è una delle mie più grandi passioni e curo i progetti con entusiasmo. Cosa faccio quando non ottimizzo qualche sito o progetto personale? Studio questo splendido mondo (o gioco con l’affiliate).